Social Media Trends 2019: 5 punti su cui riflettere – parte II
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Social Media Trends 2019 – parte II: Oggi passiamo agli aspetti più concreti dell’attività sui social network. Quali? Scoprili qui!
Ed eccoci alla seconda parte dell’analisi del report Social Media Trends 2019 di Hootsuite. Se nella prima parte ci siamo concentrati su temi più concettuali, come fiducia, trasparenza e spontaneità, oggi passiamo agli aspetti più concreti dell’attività sui social network.
3. Paid adv
Iniziamo dalla classica nota dolente: sempre più si riscontra l’impossibilità di ottenere visibilità “gratuita” sui social.
Non solo, ben il 64% degli utenti coinvolti nella survey hanno affermato che la reach organica è decisamente calata, che i costi per ottenere una sponsorizzazione efficace in termini di click through rate si sono alzati di ben il 61%, e che allo stesso tempo la concorrenza è ampia e agguerrita. Anche per questo non è necessario soltanto che gli investimenti economici in senso stretto vengano aumentati, ma anche che i contenuti siano sempre più approfonditi e interessanti, proprio perché la sponsorizzazione economica, ormai ampiamente utilizzata da gran parte dei brand, non fa più la differenza da sola.
Occorre inoltre un grande lavoro di targettizzazione sempre più capillare e di sperimentazione con formati e canali nuovi, nonché di integrazione con l’offline e con le problematiche percepite nella vita reale delle persone.
4. Shopping
Soprattutto in Asia il social media shopping è ormai entrato nelle abitudini dei consumatori, con ben il 70% dei giovani cinesi che comprano direttamente dai social, senza passare da altri canali di vendita.
Un esempio per tutti l’implementazione degli shoppable posts su Instagram, che permette agli utenti di passare direttamente all’acquisto di un prodotto a partire da un post interessante, senza lasciare Instagram. Pinterest ha fatto una mossa simile già nel 2015, e tutt’ora le conversioni sono oltre il 50%.
Se parliamo di B2B ovviamente il passaggio all’acquisto non è così lineare come nel caso del B2C, a cui il report fa riferimento. Ma la lezione si può comunque applicare: uno shop immediatamente presente nella vita social delle persone significa mostrare come il nostro brand e i nostri servizi possono integrarsi fluidamente nella vita quotidiana dei nostri prospect. Dimostrazioni live video, commenti da utenti soddisfatti e testimonial, esempi di utilizzo sono i contenuti che più attireranno l’interesse dei clienti che vogliamo.
La lezione dell’importanza dei modi e contesti in cui si svolge la nostra comunicazione vale anche in questo caso.
5. Interazione diretta (messaging)
Brand dai messaggi diretti, facilmente raggiungibili, presenti in tempo reale in conversazioni immediate: ecco cosa si aspetta l’utente. Il 46% degli intervistati ha, nell’ultimo anno, implementato strumenti di messaggistica istantanea nella loro relazione con il pubblico.
D’altro canto è sempre maggiore il tempo che gli utenti trascorrono sui servizi di messaggistica, invece di restare sui social a condividere informazioni e notizie.
C’è in sostanza un passaggio, giustificato anche dal fluttuare della fiducia verso i social network, da aree più pubbliche a conversazioni più private, che sono caratterizzate, agli occhi degli utenti, da maggiore affidabilità, vicinanza ed empatia.
Per i brand, anche B2B, questo implica da un lato la possibilità sfruttare la conversazione per costruire un rapporto personale con i clienti, dall’altro la necessità di creare e gestire piattaforme integrate per centralizzare tutti i canali di comunicazione e assicurarsi di creare interazioni interessanti ma non invadenti.